L’esperienza di servizio civile a Porta Aperta di Olha Chorna

«Diverse strade mi hanno portato dove sono adesso, ovvero a “Porta Aperta”, il cuore del volontariato modenese. Scegliere “Porta Aperta” è stata una delle mie migliori decisioni».

Olha Chorna, 27 anni, di origine ucraina, da qualche mese svolge Servizio Civile a Porta Aperta; si è trasferita in Italia due anni fa per motivi familiari e nel 2017 si è laureata in Attività Alberghiera e di Ristorazione all’Università Nazionale di Commercio ed Economia di Kyiv.

Olha, raccontaci un po’ di te e di come hai conosciuto Porta Aperta
Mi chiamo Olha Chorna, ho 27 anni, sono ucraina. Mi sono trasferita in Italia due anni fa per motivi familiari. Nel 2017 mi sono laureata in Attività Alberghiera e di Ristorazione all’Università Nazionale di Commercio ed Economia di Kyiv. 

Il mio lavoro è sempre stato legato all’aiuto alle persone. L’ho fatto mentre lavoravo alla reception degli alberghi e anche come assistente di volo per le compagnie aeree ucraine. 

In Italia ho iniziato tutto da zero: adesso sono una psicologa in formazione, desiderosa di entrare a far parte a pieno titolo della società italiana. Sto frequentando da remoto un corso di Psicoanalisi all’Università Internazionale di Psicologia Profonda di Kyiv. Nello stesso tempo sto imparando l’italiano presso CPIA di Modena. Da maggio 2023 faccio parte del Servizio Civile presso “Porta Aperta”. Quest’ultima attività è diventata una parte integrante della mia vita.

Ero alla ricerca di un compito che mi avrebbe permesso di mettere in pratica le mie abilità acquisite in passato. Volevo dare priorità alle attività di volontariato per aiutare i più bisognosi come ho sempre fatto.

Quando mi ero documentata sulla storia della “Porta Aperta” sul sito web e avevo riflettuto sulla quantità dei progetti che si realizzano, ho  capito subito che volevo unirmi a voi. Ho pensato: “Sì, è proprio quello che sto cercando; io ho bisogno di questo posto e questo posto ha bisogno di me!” Aiutare le persone e cambiare le vite coincide con i miei valori personali ed è per questo che ammiro l’attività di “Porta Aperta”.

In cosa consiste la tua esperienza di servizio civile e di cosa ti occupi nello specifico?

Io faccio parte della “Casa di Abramo”. Il mio lavoro consiste nell’assistere gli operatori dell’Organizzazione nelle varie fasi della loro interazione con gli ospiti del progetto. Nello specifico, insieme agli altri colleghi mi occupo della Scuola d’taliano presso la “Porta Aperta”, dove tra gli altri compiti insegno  agli adulti di leggere e di scrivere. Quattro giorni a settimana insieme a tanti volontari facciamo tutto il possibile, affinché i ragazzi abbiano l’opportunità di apprendere la lingua e la cultura italiana.

Il secondo punto importante è il lavoro con i rifugiati ucraini. Mi occupo di mediazione e di assistenza a 360 gradi in tutte le questioni che riguardano la loro vita in Italia. 

È importante aggiungere che il lavoro degli operatori di “Porta Aperta” è veramente molto vario, a volte imprevedibile ed incredibilmente interessante, come lo sono le persone per le quali lavoriamo. Spesso non sappiamo quale compito ci attenderà domani, ma siamo sempre pronti a fare del nostro meglio per portarlo a termine. 

Cosa ti sta piacendo di più di questa esperienza e come ti sta arricchendo umanamente?

Mi trovo molto bene e considero la mia esperienza inequivocabilmente positiva. Secondo me, lavorare con le persone comporta sempre un vantaggio reciproco. Più si dà e più si ottiene. Mi piace molto lavorare in squadra con persone consapevoli, empatiche e dal cuore generoso. Mi ritengo molto fortunata. I miei colleghi ed i volontari ogni giorno danno una parte di sé a Porta Aperta, dimostrando che il cambiamento inizia da noi. Mi insegnano la solidarietà, la responsabilità e l’importanza di essere una cittadina attiva. 

Il formato del progetto ci permette di essere a stretto contatto con le persone e di conoscerle bene. Mi piace osservare come i nostri ospiti evolvono durante il progetto. Qualcuno fa volontariato. Qualcuno ha acquisito più dimestichezza con l’italiano. Qualcuno si è esibito in un festival cittadino. Questo mi ispira molto!

I nostri ospiti sono persone estremamente interessanti e coraggiose che mi insegnano che ogni sforzo porta ad un obiettivo. Non importa quanti anni hai. Non importa quale sia il tuo background. Non importa quali difficoltà dovevi affrontare in passato. Puoi sempre cambiare la tua vita in meglio, a patto che tu lo desideri. 

Grazie all’esperienza che sto facendo adesso, ho una migliore comprensione del mondo in tutte le sue sfumature. Inoltre, capisco meglio il mio ruolo nella vita della società. So che voglio avere un ruolo attivo. 

Cosa non ti aspettavi da questa esperienza che invece  stai vivendo? 

Questa è la mia prima esperienza lavorativa in Italia, nonché il mio primo incontro con un’organizzazione di tale portata e importanza come “Porta Aperta”. Questi pochi mesi mi hanno già regalato un’esperienza molto preziosa. Sono entrata in un ambiente completamente nuovo per me. Non avevo mai svolto mai prima molti dei compiti che svolgo ora.

Ho scoperto che provo un piacere incredibile nell’insegnare l’italiano, anche se lo sto ancora imparando. Comincio a lavorare con una persona che non sa scrivere e leggere il proprio nome, e nel giro di pochi mesi riesce a leggere le sillabe e a scrivere quasi senza errori. Rimango letteralmente a bocca aperta.

Io stessa avevo da poco iniziato a imparare l’italiano e non sapevo dire una sola parola. Ed eccomi qui oggi con l’opportunità di essere utile nella mediazione tra gli ucraini e gli italiani. Faccio tutto questo con grande piacere. Ho scoperto nuove abilità in me stessa e sono sicura che ne verranno a galla tante altre in futuro. 

In generale, ti è mai capitato di fare attività di volontariato, magari anche tramite la scuola? Se sì, quali? 

Si, fin dall’adolescenza organizzavo e partecipavo ai vari progetti di volontariato e di beneficenza. I più significativi erano l’organizzazione dei concerti per i bambini bisognosi allo scopo di raccogliere i fondi per le loro cure e l’organizzazione e partecipazione alle attività di ricreazione per i bambini con problemi neurologici, ospiti dei centri riabilitativi. 

Avevo praticato queste attività durante gli ultimi tre anni della scuola superiore, quando facevo parte del Parlamento Giovanile a Podilsk, la mia città nativa. 

Durante gli anni universitari e lavorativi avevo continuato con il volontariato a Kyiv, la capitale dell’Ucraina. In particolare mi ero interessata ad aiutare i nostri amici a quattro zampe, facendo le attività di supporto nei canili e nei gattili. 

Inoltre, con i miei amici-volontari andavamo spesso ad aiutare gli orfani. Specialmente, ci avevano affidato un orfanotrofio, dove ci recavano spesso per aiutare i ragazzi ad adattarsi alla vita sociale una volta usciti dalla struttura.

Diverse strade mi hanno portato dove sono adesso, ovvero alla “Porta Aperta”, il cuore del volontariato modenese. Scegliere la “Porta Aperta” è stata una delle mie migliori decisioni. Sono davvero molto grata per la fiducia che avete riposto in me e cercherò di ripagarla, investendo tutte le risorse che ho a disposizione.