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Jasmine, la barista al fianco dell’Unità di strada di Porta Aperta

Un giorno, dal suo bar, ha visto il furgoncino dei volontari dell’Unità di Strada dell’associazione Porta Aperta provenire dalla stazione dei treni di Modena, e si è avvicinata per saperne di più e capire se poteva dare una mano in un qualche modo.

«Da circa un anno, ogni martedì, quando l’unità di strada è di turno il pomeriggio alla stazione dei treni, faccio avere in dono ai volontari quello che mi avanza, che ho in esubero dal bar a fine giornata – racconta con semplicità Jasmine Morelli, 32 anni, titolare del bar “Caffè al volo” in viale Crispi a Modena, vicino alla stazione – Gnocco, tramezzini, panini farciti, brioches, pizzette, quello che posso lo regalo volentieri alle persone senza tetto che gravitano presso la stazione e che i volontari incontrano nella loro attività. Conoscevo già la realtà dei senza dimora, diversi li incontro quotidianamente in giro mentre apro il bar alla mattina, e mi è sembrato giusto dare il mio contributo e fare qualcosa».

Anche la mamma di Jasmine, Debora, è stata barista, un tempo presso la polisportiva di Albareto, poi anche in viale Gramsci in città, e ha trasmesso alla figlia l’amore per questo mestiere: «Del mio lavoro non c’è nulla che non mi piaccia, penso che questo tipo di lavoro sia dentro di me e se dovessi pensare di vedermi in un altro posto, a fare altro, non ce la farei – dice convinta Jasmine – Qui intorno ci sono altre attività commerciali e tante etnie diverse, c’è una mescolanza e un incontro di culture e penso che si possa imparare reciprocamente: ognuno ha la sua storia, il suo vissuto, questa vicinanza è occasione di insegnamento reciproco. Per quanto se ne possa dire – prosegue Morelli – penso che la situazione, in questa zona della città, non sia così problematica come a volte può sembrare: è vero, possono esserci delle difficoltà, può esserci talvolta del degrado, ma almeno, per quello che vedo io dalle sei della mattina alle sette di sera, ci si convive e credo che in altre zone della città non sia poi così diverso».

Aprirsi al dialogo, all’incontro con gli altri, conoscersi, guardare cosa succede oltre la propria porta e capire come rendersi utili, come ha fatto Jasmine, allenta le tensioni sociali, apre a nuovi mondi, alimenta lo spirito di comunità: «Con un bar da gestire e due figlie piccole, il tempo che rimane è sempre poco ma questa mia scelta di sostegno all’attività dei volontari di Porta Aperta – conclude Jasmine – mi consente lo stesso di dare una mano e fare una buona azione».

Laura Solieri, Gazzetta di Modena 6 ottobre 2024