Lei è Floriana, insegnante di Lettere in pensione: ha lavorato per oltre quarant’anni nella scuola media, occupandosi come referente di vari progetti tra i quali l’inserimento degli alunni stranieri e la multiculturalità.
di Laura Solieri
Dopo la pensione, Floriana ha continuato come volontaria per tre anni a fare attività di sostegno agli alunni stranieri per l’apprendimento della lingua italiana nella sua scuola a Castelnuovo Rangone, poi ha cercato a Modena e l’anno scorso ha lavorato al CPIA, ha partecipato a incontri -conversazione con migranti organizzati dal Comune e attualmente aiuta nello studio ragazzi di scuola media nel doposcuola presso la parrocchia Santa Teresa. E non solo.
«Conoscevo il progetto “Conversiamo” di Porta Aperta – racconta Floriana – ma essendomi impegnata in altre attività ho iniziato solo quest’anno a frequentare la Casa di Abramo, dove una volta alla settimana per 2 ore incontro un ragazzo del Mali con cui svolgo attività di sostegno per la lingua italiana, aiutandolo a riprendere quanto ha fatto al CPIA: esercizi grammaticali, di arricchimento del lessico, lettura, scrittura in diverse situazioni e conversando con lui (anche in francese, lingua che conosce solo oralmente non avendo frequentato la scuola nel suo paese) per conoscerci e per fargli conoscere aspetti e abitudini della realtà in cui viviamo.
Questo è l’aspetto più interessante e soddisfacente di questi incontri in quanto si tratta di un’esperienza di aiuto reciproco e di scambio. Un esempio? Qualche giorno fa, al termine di un esercizio che prevedeva di simulare un colloquio tra medico e paziente, K. mi ha detto e scritto: – Sto abbastanza bene ma non riesco a dormire. E io : -Perché non riesci a dormire, hai dei pensieri? E Lui K.: -Penso la famiglia, il lavoro, i documenti ….(non ho corretto, perché questi sono “i veri oggetti “dei suoi pensieri!)
Inutile sottolineare quanto alla soddisfazione subentri l’impotenza rispetto alla situazione di questi ragazzi tenuti in un tempo sospeso, pieno di incertezze… Questo però e nonostante rafforza il desiderio di continuare ad aiutarli ad impossessarsi della nostra lingua, perché sappiano essere autonomi e sappiano farsi valere e non perdano la speranza di trovare ciò che li ha spinti a partire e a lasciare il loro mondo.
Per questo consiglierei questa esperienza a chiunque pensi non basti esprimere la propria opposizione alle attuali vergognose politiche sui migranti ma voglia concretamente esprimere amicizia, solidarietà, vicinanza a queste persone… E’ poco certo, ma utile credo».
Floriana svolge anche attività di volontariato con l’associazione Ibby, recandosi a Lampedusa dal 2012 una volta all’anno dove ha collaborato alla nascita della biblioteca per i ragazzi dell’isola e ha svolto attività di promozione alla lettura.
«Da sei anni inoltre mi reco per brevi periodi in una scuola primaria del Benin gestita da suore Beninesi che appartengono alla congregazione delle Suore della Sacca di Modena, e lì ho portato libri illustrati, racconti per costituire una piccola biblioteca e ho letto e giocato con i bambini».