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Porta Aperta, al femminile

Il fenomeno della grave marginalità adulta è tipico soprattutto delle grandi città, ma è altrettanto vero che in Italia tale fenomeno si sta facendo sempre più esteso e capillare arrivando ad interessare anche i centri urbani di medie dimensioni o più periferici, come il nostro.

Grave marginalità adulta: Porta Aperta sempre più coinvolta anche nel supporto alle donne

Condizioni di solitudine, di mancanza di reti di protezione, di un disagio profondo che intreccia la sfera sociale, abitativa, della salute e relazionale, portano ogni giorno, sul territorio nazionale, migliaia di persone – uomini e donne – a rivolgersi ai servizi presenti sui rispettivi territori per ricevere beni di prima necessità ed essere accolti attraverso il segretariato sociale, l’accompagnamento ai servizi sul territorio, l’accoglienza notturna, le mense, l’Housing First e tanto altro.

Con particolare riferimento alle donne, l’attività dell’associazione Porta Aperta di Modena – che da sempre si rivolge a un’utenza prettamente maschile – negli ultimi anni si è notevolmente ampliata.

«Ci rivolgiamo a persone in grave marginalità e, mentre fino a pochi anni fa, si trattava di un fenomeno prettamente maschile, oggi esso interessa anche molte donne – spiega Alberto Caldana, presidente di Porta Aperta – La causa è dovuta a una crescente frammentazione del tessuto sociale che genera in molte donne la difficoltà ad avere una rete di aiuto. Nella nostra attività constatiamo infatti ogni giorno quanto sia aumentata la carenza di relazioni: chi un tempo poteva trovare negli affetti risposte e soluzioni, oggi si trova in condizione di isolamento.

Il tema del grave disagio adulto nelle donne per noi è diventato obiettivo centrale, perché è chiaro che le donne subiscono una doppia situazione di difficoltà: no casa, no relazioni, maggiori pericoli, vulnerabilità e rischio di soprusi per chi vive in strada. La nostra idea – se riusciremo a trovare un alloggio adatto – è quella di creare una seconda Casa di Rut per rispondere a questo crescente bisogno di accoglienza a Modena nei confronti dell’universo femminile».

Numeri ma prima di tutto persone

Sono tanti i servizi e gli ambiti a Porta Aperta di cui usufruisce un’utenza anche femminile, in aumento negli ultimi anni.

Le donne che hanno fatto accesso al nostro ambulatorio medico nel 2023 sono 604, per un totale di 2507 accessi (Marocco, Nigeria, Ucraina e Tunisia le nazionalità più frequenti); all’emporio sociale Portobello nell’ultimo anno hanno fatto la spesa 630 donne (pari al 60,81% del totale utenti maggiorenni), mentre dei cosiddetti servizi a bassa soglia (mensa, servizio docce e igiene personale, buono vestiario), nel 2023 ne hanno usufruito 33 donne di cui 1/3, ovvero 11, sono italiane. Da non dimenticare il tema dei diritti e dell’assistenza legale: 7 donne nell’ultimo anno hanno usufruito del supporto dello sportello di Avvocato di Strada, che ha sede presso Porta Aperta, per questioni di residenza e permesso di soggiorno.

Da ricordare inoltre che molte sono le donne accolte tra i profughi ucraini arrivati in Italia e a Modena a causa della guerra: per l’accoglienza femminile dei richiedenti protezione internazionale contiamo attualmente 13 persone adulte e 13 minori.

Sono infine 8 donne le donne al momento ospitate presso la Comunità di Transito presso Casa di Abramo e 3 a Casa di Rut.

Un salto a Casa di Rut

I numeri senza le storie, i pensieri, le emozioni delle persone, dicono poco e nulla. Abbiamo per questo fatto un salto alla nostra Casa di Rut, dove Nadia, Barbara ed Eugenia, tra un sorso di caffè e un cioccolatino, ci hanno raccontato qualcosa di più di loro.

In particolare cosa significa per loro la parola “casa” e vivere a Casa di Rut.

Casa è calore, e qui ho imparato a sentirne un po’ intorno a me – Barbara

La mia giornata tipo a Casa di Rut è fatta di libertà, una libertà che non ho mai avuto e conosciuto da nessun’altra parte prima d’ora Nadia

Qui a Casa di Rut mi trovo bene, con Nadia e Barbara ci facciamo compagnia, se ho bisogno – visto che inizio già ad avere una certa età –  mi accompagnano a fare qualche commissione: ho trovato delle amiche – Eugenia

Dona ora e garantisci i diritti delle donne di Porta Aperta